Ideologia della Condivisione

Viviamo in una realtà sociale dove le politiche governative supportano un sistema ideologico iniquo ed egoistico e dove lo sfruttamento del lavoro altrui capitalistico è ritenuto la normalità nonchè lecito; nè deriva così una società ideologicamente fallace, che genera iniquità e disuguaglianze socio-Economiche e quindi ricchi e poveri. Pertanto il Benessere Sociale ed Economico Condiviso Collettivo, non è una prerogativa ideologica di chi muove i fili ideologici della politica, e dove non vige neanche la consapevolezza diffusa che il Benessere Sociale ed Economico Condiviso debba essere l’ideale fondamentale costitutivo di una Società, il quale dovrebbe essere ritenuto anche un diritto Costituzionale di uno Stato socialmente Evoluto. Per cui OAM è impegnato a promuove il nuovo ideale della Condivisione del Benessere Sociale, che ha il fine di contribuire nel progressivo superamento del sistema ideologico egoistico, sul quale si basa il capitalismo – dove lo sfruttamento del prossimo per profitto lucroso è la motrice trainante della Società. Per cui necessità a questo punto, rendere consapevole la collettività che l’ideologia della condivisione rappresenta un nuovo paradigma di societa ideale dove il Benessere Sociale ed Economico Condiviso, è la base fondante sulla quale manifestare l’Equità Sociale a cui la Collettività aspira. L’ideale di Condivisione del Benessere Economico di OAM è relativo anche all’Economia Cooperativa; ed unendo i due, l’Ideale della Condivisione (del Benessere Sociale), all’Economia Cooperativa – nè è derivata la sigla SECC, ovvero, Sistema Economico Condivisivo Cooperativo. Le cooperative per propria natura si fondano sulla condivisione, (di lavoro cooperativo e dei beni e servizi che produce) ciò che OAM ha fatto in questo caso, è rendere palese che un ideologia di Condivisione tramite le Cooperative è già in parte in atto, e lo ha reso palese quindi dimostrando che ciò a cui aspira l’economia Cooperativa, è il Benessere Economico Condiviso, per cui il compito che OAM vuole svolgere è, frà le altre cose, portare alla consapevolezza la collettività che una nuova Ideologia della condivisione del Benessere è già qui e parzialmente operativa, ed ha la potenzialità di rendere l’attuale ideologia Capitalistica omsoleta nel momento in cui una conversione ideologica avviene tramite il processo di graduale sviluppo delle Economia Cooperativa – che in realtà è già in atto, ed e’ abbastanza organizzata come sistema Economico. Ciò che adesso necessità è rendere la collettività consapevole che una nuova ideologia Condivisiva e Cooperativa è già qui, per uso e consumo della collettività, che ad essa si stà risvegliando – e che gradualmente traghetta la collettivita’ al nuovo paradigma economico. Un Sistema economico dove il Benessere Economico e’ Condiviso in modo Sistematico, anche tramite nuove normative da apportare che ne’ incentivano lo sviluppo e che ne riconoscono il diritto Costituzionale, per poi quindi perseguire alla creazione di una società Equa – Condivisiva e Cooperativa, a cui la Collettività Umana per propria natura aspira.
Seguono adesso alcuni brevi considerazioni ed aspetti dell’Economia dei quali tener conto, per capire meglio come essi possano essere migliorati, per migliorare quindi la società stessa e quindi anche tramite essi apportare il Benessere ideale Economico e sociale Condiviso, al quale questa nuova ideologia della condivisione aspira:
Il rapporto tra dipendente e padrone
Il rapporto tra dipendente e padrone può generare disuguaglianze, soprattutto se il sistema economico favorisce una distribuzione ineguale delle risorse e dei poteri. In molte aziende, i datori di lavoro accumulano ricchezza attraverso il lavoro dei dipendenti, ma spesso senza che questi ultimi ricevano una parte proporzionale dei profitti che contribuiscono a generare. Questa disparità può portare a una concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi, aumentando le disuguaglianze sociali ed economiche.
Un modello più equo è possibile tramite le cooperative e le imprese sociali, le quali hanno la potenzialità di tramutare il rapporto gerarchico iniquo attuale di dipendente e padrone, in quanto nelle cooperative tutti sono soci possono partecipare attivamente alle decisioni aziendali avendo così voce in capitolo, ed i guadagni sono inoltre condivisi in modo equo.
Il Lavoro Umano sostituito dalle Macchine
Le macchine e i robot stanno sostituendo il lavoro umano, per cui l’uomo non avrà più lavoro così come percepito attualmente, quindi o il capitalista condivide i profitti che guadagna da un eventuale industria robotica, oppure lo stato/Collettività crea e opta (Voto) per un sistema governativo ideologico dove si provvede ad incentivare e utilizzare la tecnologia per apportare il Benessere Economico condiviso collettivo.
In altre parole se saranno le macchine a produrre, allora i frutti di questa produzione devono andare a tutti, e non solo alle corporazioni capitaliste che detengono il controllo della produzione delle macchine. È il nuovo Sistema Cooperativo è Condivisivo che deve supportare e sviluppare l’industria cooperativa per produrre beni e servizi così da usufruirne la totalità della collettività, e non più il Sistema Capitalistico accumulativo del Capitale, che aspira anche al monopolio produttivo. (Anche per fini di controllo delle masse) Condividere con tutti ciò che le macchine e i robots provvedono a produrre è il modo giusto di pensare . In pratica l’industria produttiva robotica deve crearla la comunità unità stessa, (ovvero lo stato/Collettività) per usufruire dei beni prodotti, per il proprio sostentamento e benessere condiviso, su base condivisionista, e non su base capitalista che aspira quindi al profitto e all’accumulo del capitale. (Non curante delle fascie più deboli nella povertà)
Nel Capitalismo il capitale è usato per fini privati ed egocentrati, e quindi
per:
- “l’accumulo della ricchezza” (non redistribuita equamente)
- Profitto privato e quindi l’appropriazione forzata e non condivisisa del plusvalore prodotto dai lavoratori.
- Lo sfruttamento del lavoro altrui e quindi la non Condivisione e Cooperatività degli sforzi lavorativi nel produrre beni e ricchezza
Il Capitalismo non si cura del prossimo si cura dei propri profitti, ed abbandona la fascia più debole a sè stessa e alla povertà, perchè dotata di meno talento produttivo, il condivisionismo cooperativo invece aiuta il prossimo ad integrarsi nell’ambito lavorativo in modo naturale e non competitivo, e l’individuo non si sente sfruttato dal suo padrone perchè egli è co-propretario della cooperativa stessa, e la consapevolezza di ciò lo porta ad essere più in armonia con se stesso, e ad essere anche più produttivo.
Nel Condivisionismo si è un tuttuno condivisivo del benessere, nel Capitalismo si è divisi in ricchi e poveri in conflitto frà loro, spesso il povero è discriminato e questo può generare altri mali sociali, perchè cio può indurre il povero a divenire aggressivo, lo induce anche a rubare – a delinquere e ad organizzarsi in modo illecito per la propria sopravvivenza. Nel Condivisionismo, la ricchezza è redistribuita in modo equo, per cui la remunerazione di ognuno può essere maggiore, e le sue ore di lavoro possono diminuire la dove i robots aiutano nella produzione di cibo e beni. Il punto è che l’industria deve essere cooperativa e della collettività che ha fini condivisivi del Benessere del prossimo, e non di società private che hanno fini di sfruttamento del prossimo per profitto privato.
Il potere d’influenza sociale del Capitalismo
L’influenza del Capitalista sulla Politica fà si che il sistema economico capitalista sia sostenuto dai governi in quanto, comprensibilmente, il capitalista controlla la politica per mezzo del potere del denaro, affinchè faccia i suoi interessi, e mantenga inalterata l’ideologia capitalista, anche a livello culturale agisce per influenzare l’opinione pubblica, nel pensare che il modello capitalistico sia il più sensato e costruttivo per la società. Quindi ci deve essere innanzi tutto una rieducazione culturale a riguardo per poter creare le basi del cambiamento affinché la nuova ideologia della Condivisione possa radicarsi nello strato ideologico -culturale della società.
La Famiglia come modello Economico Condivisivo e Cooperativo
Il modo giusto di pensare c’è lo da ad esempio una comune Famiglia modello, dove la Condivisione e la cooperazione sono i principi fondanti sui quali la famiglia si auto-amministra, dove tutti Condividono gli sforzi lavorativi ed i frutti che ne derivano in modo condivisivo, per cui
“la Grande Famiglia Umana” all’unisono deve adottare anch’essa lo stesso sistema operante ed amministrativo di una Famiglia modello, in quanto è un sistema equo Condivisivo e Cooperativo già sperimentato e funzionale, derivante dalla l’innata Natura umana stessa, dove Il principio di condivisione con gli altri nell’ambito familiare è un fattore biologico innato, che và esteso a tutta la famiglia Umana, così che il Benessere Sociale ed Economico Collettivo sia Condivisivo e raggiungibile per tutti.
Profitto Privato vs Profitto Condiviso
Il profitto privato si riferisce ai guadagni che un individuo o una società ottengono da un’attività economica, solitamente senza considerare l’impatto sulle altre persone o sulla comunità. Questo tipo di profitto è focalizzato sul guadagno personale o aziendale, ed è una caratteristica comune nel sistema capitalista, che da vita quindi ad una disuguaglianza di ricchezza e sopratutto alla povertà della quale il Capitalismo è oltretutto disinteressata.
Il profitto condiviso, invece, implica una distribuzione dei guadagni in modo più equo, (spesso coinvolgendo le comunità, i lavoratori o altri attori sociali) In questo modello, l’obiettivo è non solo il benessere di chi gestisce l’attività economica, ma anche il miglioramento delle condizioni collettive. Esistono vari approcci che favoriscono il profitto condiviso, come le imprese sociali, la cooperazione e i modelli di business sostenibili. Nel caso del profitto condiviso vuol dire quindi che la collettività, che allo stato attuale è sfruttata economicamente per il profitto privato, ha più accesso a costruirsi il Benessere Economico e sociale a cui l’individuo aspira.
Globalizazzione libera vs Globalizazione regolamentata
La globalizzazione libera / sfrenata, senza regole o controlli, spesso porta a concentrazioni di ricchezza, sfruttamento del lavoro, degrado ambientale e perdita di identità culturale. Anche se favorisce l’innovazione e la crescita economica, può creare profonde disuguaglianze e destabilizzare intere comunità.
La globalizzazione regolamentata implica l’introduzione di norme e controlli per garantire che i benefici della globalizzazione siano distribuiti equamente, riducendo le disuguaglianze e minimizzando gli impatti negativi su economie locali, ambiente e diritti dei lavoratori. È un approccio che mira a bilanciare l’apertura dei mercati con protezioni per le persone e il pianeta.
Nel momento in cui l’industria capitalista viene sostituita dall’industria cooperativa (e finanche robotica) allora la globalizzazione libera (sfrenata – che ha raggiunto il suo apice di iniquità in quanto da essa scaturiscono varie iniquità sociali ) può essere a sua volta sostituita da un “Sistema Industriale Produttivo Regionale (sempre più) Auto Sufficiente Cooperativo a Tecnologia e Creatività Condivisa” (niente piu brevettazione) fatta per lo più di piccole e medie imprese Cooperative dove in più le nuove tecnologie sono condivise e non più brevettate per profitto privato, ma per il bene collettivo, e dove i beni primari sono quindi prodotti in base al concetto di “Km zero”. Per cui la Globalizzazione regolamentata mira di più a sviluppare un Economia e lavoro locale equamente redistribuito sui territori Globali sempre più a km zero , in modo che si riducano anche gli sforzi, gli sprechi, i consumi e quindi costi e tempi di trasporto, che rappresentano un lavoro extra e spreco di risorse Energetiche ed Umane ulteriori, caricato sulle spalle ed il portafoglio degli individui e della collettività.
La globalizzazione quindi deve essere fondata e tenere conto del concetto della Condivisione dei benefici economici che deve generare alla collettività, e non solo ai benefici economici che portano alle multinazionali, che tra l’altro aspirano al monopolio Economico e produttivo, che sul piano sociale, accresce le disuguaglianze di benefici e ricchezze e si crea dipendenza da un unico attore dominante. Inoltre, il monopolio spesso concentra il potere politico ed economico, limitando la libertà di scelta e l’accesso equo alle risorse.
Quindi necessità un Programma Produttivo regolarmentato dove la produzione di beni e servizi porti beneficio condiviso alla collettità (e non più a singoli gruppi disinteressati dell’equa redistribuzione delle risorse) e dove gli sforzi di produzione sono anch’essi condivisi e Cooperativi.
Cooperazione vs Competizione
La cooperazione e la competizione sono due approcci fondamentali che influenzano le dinamiche sociali ed economiche. La cooperazione implica lavorare insieme per raggiungere obiettivi comuni, favorendo l’interdipendenza, la solidarietà e la condivisione delle risorse. In un contesto cooperativo, le persone si sostengono a vicenda, riconoscendo che il successo collettivo è più importante del successo individuale.
La competizione, d’altra parte, è basata sulla rivalità, dove le persone o i gruppi cercano di superarsi gli uni gli altri per ottenere vantaggi. In questo caso, l’individualismo e il guadagno personale sono spesso privilegiati.
Molti ritengono che un equilibrio tra cooperazione e competizione sia necessario per il progresso, ma in alcune situazioni, la cooperazione può essere più vantaggiosa, soprattutto quando si tratta di affrontare sfide globali o problemi complessi come la povertà o il cambiamento climatico.
Nel video il Fisico Emilio del Giudice spiega gli effetti negativi di un Sistema Economico basato anche sulla Competizione, e non sulla Cooperazione, che sarebbe biologicamente intrinseca nella natura dell’essere stesso.
Produzione e obsolescenza programmata
L’obsolescenza programmata genera lavoro extra inutile per la collettività, e costringe gli individui a dedicare tempo e risorse aggiuntive per sostituire, riparare o aggiornare prodotti. Questo genera quindi un carico extra di lavoro, sia economico che mentale, e può ridurre la qualità della vita. Inoltre, crea un ciclo continuo di consumo che alimenta stress e insoddisfazione.
L’obsolescenza quindi comporta un danno economico significativo per la collettività che deve continuamente acquistare nuovi prodotti o affrontare costi di riparazione. Inoltre, può danneggiare le piccole imprese locali, spesso incapaci di competere con i grandi produttori che adottano queste pratiche. A livello macroeconomico, genera sprechi e inefficienze, riducendo il potenziale per uno sviluppo sostenibile.
L’obsolescenza programmata, contribuisce alla creazione di una grande quantità di rifiuti inutili, alimentando l’accumulo di “immondizia extra”. Questo non solo può danneggiare l’ambiente, ma aumenta anche il costo della vita e crea un spreco inutile di risorse Umane anche per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti extra (ed inutili) che l’obsolescenza programmata genera.
Evolversi interiormente, ritrovare un equilibrio a livello interiore tra il nostro Ego e la nostra Anima è imprescindibile, se vogliamo manifestare nel mondo esteriore, una struttura sociale più equilibrata che sia il riflesso esteriore del nostro equilibrio interiore in cui l’atteggiamento egoistico viene superato ed emancipato, per dar vita ad un sistema ideologico più altruistico, fondato quindi sulla Condivisione equa e mutuale del Benessere sociale.
Obiettivi di OAM
- Promuove l’Ideologia della Condivisione del Benessere Sociale Economico Collettivo
- Promuovere il “Sistema Economico Condivisivo Cooperativo”
- Promuovere la Nuova Alleanza Globale (Uno Alleanza)
- Costruire il Movimento come simbolo di Unione e di Condi-visione ideologica
Modifica dell’art. 1 della Costituzione
L’Italia è una Repubblica democratica Condivisiva e Cooperativa, fondata quindi sull’Ideale di Condivisione equa del Benessere Sociale collettivo, e sul Lavoro Cooperativo.
Lo Stato democratico ripudia l’ideale iniquo del profitto lucrativo conseguito tramite lo sfruttamento del lavoro altrui, ideali dai quali scaturiscono vari mali sociali come la poverta’ e la delinguenza che ne deriva.